In Arte: Helen
Canta, rappa e canta quando rappa, questo uno dei tratti peculiari di un volto dell’R&B e Soul italiano.
Le e-mail che leggiamo più volentieri in redazione sono quelle in cui ci scrivete e ci raccontate di voi. Un breve riassunto della carriera musicale di Helen, lo abbiamo trovato nella posta in arrivo e incuriosite dal suo prominente lavoro abbiamo subito voluto saperne di più e condividerlo con voi.
Foto di atosa.
Presentati
“Mi chiamo Helen e sono un’artista italiana di origine eritrea di R&B e Soul.”
Come e quando è iniziato tutto?
H: “Sono sempre stata innamorata della musica. Fin da piccola mi è sempre piaciuto cantare: che fosse nelle recite scolastiche o nella camera di casa mia, era impossibile che il mio tono di voce passasse inosservato. Ma il primo vero approccio con questa passione l'ho avuto intorno ai tredici anni, scrivevo e registravo canzoni anche se non avevo bene in mente cosa stessi facendo. Da lì ho sempre cercato di coltivare questo interesse e dopo essermi trasferita a Stoccolma nel 2018, capii effettivamente che voglio vivere di musica.”
La tua famiglia come l’ha presa quando hanno capito che questo era quello che volevi fare nella vita?
H: “I miei genitori sono grandi fan della mia musica, quando parlo dei miei progetti, cercano sempre di comprendere cosa ci sia dietro. Però mentirei se dicessi che sono d’accordo con questa scelta di vita. Ma non li biasimo, comprendo da dove vengono e i sacrifici che hanno fatto per arrivare qui. Essere immigrati in Italia (e non solo) significa combattere una battaglia che non vinci mai perché nessuno ti vede, nessuno ti sente, nessuno ti comprende. Questo mio ‘sogno nel cassetto’ per loro è irrealizzabile perché è fuori dalla loro realtà sociale ed economica. Io so che dietro ai loro consigli, preoccupazioni, giudizi, si nascondono sempre delle intenzioni buone e pure. Desiderano semplicemente il meglio per me e i miei fratelli, vogliono darci quello che la vita gli ha tolto o addirittura è sempre mancato. Li sento comunque vicini e so che mi sostengono a loro modo: mia mamma prega molto per me, questo mi basta.”
Come definisci il tuo timbro e il genere di musica che fai?
H: “Il mio sound ha sicuramente influenze R&B e Soul. Io sono una cantautrice anche se in pezzi come ‘Back home’ o ‘Regina Nera’, le mie amiche affermano che lowkey sono una rapper. Probabilmente per una questione di flow e sound ‘Hip-Hop’ che ho scelto. Mi rendo conto che quando ho un messaggio più forte e profondo da condividere, ho bisogno di un tappeto un po’ più di strada. Ma in realtà canto anche quando rappo!”
Hai mai partecipato a talent show? Ti interessano?
H: “Non ho mai partecipato a talent show, non li guardo spesso. Non sono contraria, credo escano grandi talenti da questi programmi televisivi ma per il percorso che sto facendo oggi, mi piacerebbe arrivare alla gente in maniera diversa.”
Riesci a vivere della tua arte?
H: “Questa passione mi fa bene all’anima e al cuore ma sicuramente non riempie il mio portafoglio. Ahah
Ma l'obiettivo è quello.”
Parlaci del tuo ultimo singolo REGINA NERA: l’hai scritto tu?
H: “Ho scritto questa canzone circa un anno fa chiusa nella stanza di casa mia a Stoccolma, in piena pandemia. Questa è una lettera d’amore per la mia regina nera, mia mamma. La donna nera è la donna più discriminata al mondo. È un dato di fatto. La vita è difficile per una donna nera, figuriamoci se mamma. Non oso neanche lontanamente immaginarlo. Questo singolo non farà mai giustizia a tutti gli abusi e le prepotenze che le donne nere subiscono ogni giorno, ma spero comunque che in qualche modo possa regalare alle nostre regine, la corona che si meritano.”
Art cover di Paulina Thorén.
Chi è la donna in copertina?
H: “A mia mamma piace essere un po’ lowkey, ho voluto rispettare la sua privacy. Ho cercato qualcuno che potesse rappresentare al meglio il concept della canzone e la mamma di un mio grandissimo amico di Stoccolma si è offerta di aiutarmi. Così in copertina c'è una bellissima regina nera eritrea: Mehret.”
E quello che indossa?
H: “Il vestiario che indossa si chiama Zuria ed è uno dei capi tipici eritrei.”
Trovi che sia difficile emergere nella tua industria se appartieni a una minoranza?
H: “Da ragazza nera ti dico sì, è difficile, devi sempre lavorare più degli altri per raggiungere un obiettivo.
Ma non voglio credere che sia impossibile. Credo in me e nella mia musica. Credo soprattutto nell’arte che costruisco e sono sicura che un giorno verrà apprezzata da più persone.”
Se sì, pensi che questo possa cambiare nei prossimi 5 anni?
H: “Tra cinque anni ci saranno ancora molti ostacoli ma i cambiamenti stanno avvenendo anche adesso. Sono e voglio essere positiva al riguardo.”
E tu che obiettivi musicali hai per quest’anno?
H: “Tanti ! Voglio crearmi spazio nell’industria musicale italiana urban. Voglio poter collaborare con grandi artisti. Voglio costruire, innamorandomi sempre di più del mio percorso e che quest’ultimo possa portarmi ad essere tra le prime artiste nere in Italia più ascoltate.”