We Made in Italy: Pleazer Mob

Ciao a tutt*! Siamo Buba Samasa, Khadim Loum e Sebastien Koffi Seto. Insieme abbiamo fondato Pleazer Mob, un brand di abbigliamento.

Come è nato Pleazer Mob?

Pleazer Mob, molto spontaneamente, è nato dall’amicizia di un gruppo di ragazzi del comasco con il desiderio di voler uscire da una realtà provinciale per noi piuttosto scomoda. L’ambizione è quella di trasmettere ideali e valori a una community sempre più ampia.

La scoperta delle opportunità che una metropoli, come Milano, poteva darci ha fatto sì che sviluppassimo un’idea per poter far integrare le persone che come noi avevano l’ambizione di creare qualcosa di più grande. 

Nel 2018 nasce ufficialmente Pleazer Mob. L’obiettivo finale, oltre alla creazione e vendita di capi di abbigliamento, è di creare e di collaborare a progetti che condividono la visione del brand favorendo le connessioni tra diverse personalità.


Quando avete capito che era il momento giusto per iniziare?

Abbiamo iniziato questa avventura per puro divertimento realizzando grafiche e stampandole su delle t-shirt. In un post serata però, per la prima volta, ci siamo resi conto che Pleazer Mob circolava già nella nostra cerchia di amicizie e conoscenze; mancava solo la parte più importante: l’ufficialità. 

A quel punto, siamo giunti alla conclusione che Pleazer Mob poteva e doveva essere di più: nn motivo di riscatto, non solo per noi stessi, ma per chiunque si rispecchia nei valori e negli ideali che ogni giorno cerchiamo di condividere con gli altri.

Come reagiscono le persone quando scoprono che siete de* imprenditori?

Di solito, la reazione è sempre una sorpresa. 

Crediamo sia dovuto al fatto che, essendo cresciuti in un determinato ambiente e senza delle vere opportunità all’interno del mondo della moda, il nostro coraggio e intraprendenza spesso non è condiviso e apprezzato da tutt*. 

I diversi tipi di discriminazione presenti nel mondo imprenditoriale non agevolano di certo il nostro percorso, ma sicuramente ci spingono a voler rivoluzionare, nel nostro piccolo, parte di quelle convinzioni radicate nel mondo dell’imprenditoria che spesso sono rivolte a criticare, più che ad aiutare, un gruppo di giovani che decidono di avvicinarsi a questo settore.

Quando si parla di imprenditoria in Italia, si sentono più aspetti negativi che positivi, perché avete deciso di crederci lo stesso?

L’ambizione caratterizza gran parte di quello che abbiamo costruito fino ad ora. Abbiamo deciso di crederci insieme proprio perché abbiamo fame di rivincita rispetto alle nostre vite. 

Quello che vogliamo creare è genuino, fresco e vogliamo farlo secondo le regole. Nel corso degli anni sempre più persone hanno iniziato a credere e a far crescere il nostro progetto e, sicuramente, questo aspetto ha iniziato a farci concentrare più sui lati positivi che su quelli negativi.

Inoltre, il fatto che dietro Pleazer Mob c’è un gruppo di amici con un rapporto ormai ben consolidato, permette di affrontare con maggiore leggerezza le molteplici difficoltà che riscontriamo ogni giorno a livello operativo e burocratico.

Cosa rende unica la vostra linea di abbigliamento e pensate che Pleazer Mob possa insegnare qualcosa ai brand mainstream?

Le nostre storie personali e le storie di vita di chiunque si rispecchi e voglia far parte del brand sono gli aspetti che rendono unico Pleazer Mob. Il brand infatti ha l’obiettivo di distinguersi per la sua posizione nelle lotte sociali. Nello specifico, il razzismo, l’omofobia, il classismo e la disuguaglianza di genere sono tematiche delle quali abbiamo sempre discusso e che abbiamo sempre dovuto fronteggiare nella vita quotidiana. 

Pleazer Mob, in quanto marchio streetwear, crediamo possa diventare un esempio e un appoggio per i brand che, ancora oggi, fanno fatica ad includere queste tematiche nella propria vision.

Che significa e che rappresenta per voi la frase nella vostra bio di Instagram “Keep the heritage alive?”

Keep the heritage alive è un reminder. 

Per noi è molto importante mantenere vivo il patrimonio che c’è all’interno di ognuno di noi. Mantenere vivi gli insegnamenti, i ricordi e le tradizioni. Imparare da essi e ricordare da dove si proviene, culturalmente ma anche geograficamente parlando, crediamo sia fondamentale per affrontare le sfide del futuro.

Traguardo più importante raggiunto?

Il traguardo più importante finora raggiunto è quello di poter considerare la nostra passione come un lavoro, soprattutto per il fatto che molti di coloro che non credevano nel nostro progetto stanno iniziando a riconoscerne il valore. 

Inoltre, essere un modello per i nostri fratelli e sorelle più piccoli è una grande soddisfazione; per noi è una prova che le nostre azioni hanno delle conseguenze nei confronti dei paradigmi discriminatori che ci hanno accompagnato in questi ultimi anni.


Come vedete Pleazer Mob tra 5 anni?

È difficile prevedere il futuro ma speriamo che tra 5 anni il brand e il business possa essere più stabile e affermato. Pleazer Mob è ancora agli inizi, la voglia di crescere è tanta come anche il desiderio di mettersi in gioco nelle collaborazioni. 

Il nostro obiettivo per ora è quello di definire una crescita del business e di continuare ad agire a livello sociale per le tematiche che ci stanno più a cuore. In futuro, vorremmo sicuramente avere un impatto positivo e più ampio all’interno della società. Al momento, si è tradotto nella scelta di adottare il modello di Società Benefit* per il nostro brand.


*Social Benefit: sono aziende che integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera.

Lascia un consiglio ad altr* giovan* imprenditor*

Non abbiate paura di buttarvi e di sbagliare.

Gli sbagli servono ad imparare e crescere, è inevitabile.

Ricordate, è importante circondarsi di persone con un’energia positiva e che credono nella vostra visione.

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InArte: Chen Chaohao

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