Chi non festeggia il Natale, ci ha raccontato il perché

C’è chi lo festeggia dopo, chi festeggia altro lo stesso giorno e chi semplicemente non crede

Sicuramente avrai sentito parlare di quello che la stragrande maggioranza -- se non forse tutti -- dei media  tradizionali ha definito come un nuovo attacco della cancel culture. In altre parole, nelle scorse settimane la Commissione Europea, con una circolare interna destinata a chi ci lavora, si raccomandava di non “dare per scontato che tutti fossero cristiani” e quindi di augurare buone feste ai propri colleghi e alle proprie colleghe, anziché buon Natale. Il resto è ormai noto a tutt*, o come dice un proverbio inglese “è storia”, certo non si può lo stesso per contenuto di quella comunicazione accusato di essere il Grinch della situazione.

Ma tornando alla realtà se in queste settimane ti sei chiest* se c’è effettivamente qualcun* che non festeggia il Natale e perché stai leggendo il pezzo giusto: la scorsa settimana abbiamo chiesto a diverse persone attorno a noi e ci hanno raccontato com’è il loro 25 dicembre.


Non per tutte le persone di fede cristiana questa data è considerata Natale, chi è di fede cristiana ortodossa ad esempio non segue il calendario gregoriano, ma quello giuliano -- introdotto da Giulio Cesare nel 46 A.C. -- secondo il quale la festa del Natale cade nella data del 7 gennaio e il capodanno il 14 gennaio.

Come ci ha spiegato Valentina "Prima del Natale noi facciamo una quaresima di 40 giorni dove ci asteniamo da alcolici, carne e alcuni giorni anche dai condimenti. Parte della mia famiglia è cattolica, come d’altronde è abbastanza normale nei balcani. Alcuni di noi sono anche musulmani e ebrei. Per noi è ormai diventata un’abitudine “mescolare festività” o meglio celebrare un po’ tutto, infatti io festeggio due Natali, uno il 25 dicembre per tradizione di parte della mia famiglia e l’altro il 7 gennaio per religione.” 


Però c’è anche chi come Marianna che, pur essendo di fede cattolica, non festeggia il Natale,  perché le ricorda momenti molto spiacevoli del suo passato. “Vado a messa, cucino e finisce lì. La gente non lo capisce mai e si chiede come sia possibile, però io per natura sono abbastanza solitaria, non amo stare troppo attorno a molte persone mi da disagio. Soprattutto lo stare insieme forzato da circostanze come le feste.”


Prince invece è cresciuto in una famiglia induista dove il Natale non lo si festeggia -- perché appunto non si crede in Gesù e neanche in un unico Dio -- e oggi che si definisce ateo ci racconta che: “Continuo a non festeggiarlo. Quando lo dico, la prima cosa di cui si interessano tutti è se esiste una festività induista in cui ci scambia i regali e allo stesso tempo colgo nelle persone una nota di tristezza, ma per me non c’è nulla di tragico.”



Majid invece è kemetista  -- culto afferente all’antica religione egizia -- e il 25 dicembre festeggia la nascita di Horus, una delle divinità solari e più importanti di questo pantheon. “La celebriamo con un rituale, che si può svolgere anche in casa, sia in compagna che da soli. Le persone kemetiste hanno infatti tutte un altare casalingo. La mia famiglia però è cristiana e il fatto che queste due feste cadono lo stesso giorno è un bene, perchè noi persone pagane siamo un po’ sparpagliate ed è raro avere occasioni in cui riunirsi.” 


Per chi, invece, ha origini nell’estremo Oriente, dipende da famiglia a famiglia. Solo una piccola percentuale di cinesi è, infatti, cristiana, ma molte famiglie sinoitaliane anche se non sono di questa fede, hanno adottato questa festività come momento di grande ritrovo. In quella di Sun Wen Long  “Nessuno è credente -- fatta eccezione per i riti della tradizione cinese -- ma ci piace riunirci, tornare a casa, passare del tempo insieme mangiando e chiacchierando. Inoltre, abbiamo un nipotino di 5 anni, quindi i miei sono felici di coccolarlo sotto il Natale. E altrettanto fanno i miei zii.”


Tornando alle religioni abramitiche  neanche nell’Ebraismo o nell’Islam il Natale è una festività e se nel primo credo Gesù non è ritenuto il Messia, per le persone di fede musulmana, come ci ha spiegato Sara, “È il penultimo profeta e uno dei più importanti. Non lo consideriamo figlio di Dio, perché Dio per noi è unico e non ha figli. Il Natale, però, non lo festeggiamo, le nostre festività sono altre. Sono due e si chiamano Eid al-Fitr e Eid Al-Adha*.”


*Queste due festività ricordano la prima la fine del Ramadan, il mese del digiuno e la seconda il sacrificio di Abramo.

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In Arte: Patrick Andrade Mendes

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In Arte: Michelle Perera