In Arte: Tahnee Rodriguez

Da The Voice ai tour con Elodie


Un talent alle spalle, una carriera da back vocalist e mix di generi diversi: così si può riassumere il percorso di Tahnee, una de* artist* che abbiamo selezionato per aprire questa settimana - in cui la musica farà da protagonista indiscussa grazie all’Eurovision - per parlarci della sua esperienza di cantante dalla televisione ai teatri.

 

“Ciao Colory*! Mi chiamo Tahnee Rodriguez, ho 34 anni, nata e cresciuta a Roma e sono una cantante e corista.”



Come e quando è iniziato tutto?

TR: “La mia passione per il canto nasce da piccolina, grazie alla babysitter campana che viveva in casa con me e con cui passavo le giornate a cantare. Passavo tutte le estati nel Beneventano dalla sua famiglia, che mi iscrisse al festival del paese (Puglianello) e quella fu la prima volta che cantai in pubblico. Avevo 8 o 9 anni, cantai ‘Ancora’ di De Crescenzo dedicandola ai miei ormai affezionatissimi zii.”

 

Quando è stato quel momento in cui hai deciso che nella vita volevi cantare? 

TR: “Ho capito l'importanza della musica nella vita quando ho realizzato che era anche la mia salvezza. Per alcuni anni ho smesso di cantare perché non avevo più il coraggio di mettermi in gioco. Poi ho dovuto affrontare un periodo molto difficile della mia vita, così ho usato la musica per curare le ferite, per ritrovarmi.Quando ho finalmente (ri)visto me stessa allo specchio, mi sono riconosciuta e ho deciso che avrei continuato a cantare. Non avevo più paura.”

 

La tua famiglia come l’ha presa quando hanno capito che questo era quello che volevi fare nella vita?

 TR: “La mia famiglia quando mi ha vista così decisa, non ha potuto che accettarlo, con tutte le raccomandazioni e le preoccupazioni del caso. In Italia fare arte non è considerato un vero e proprio lavoro, quindi come tutti i genitori preoccupati per il futuro dei figli, volevano qualcosa di stabile, ovvero il famosissimo contratto a tempo indeterminato. Però a dire la verità ho rifiutato diversi lavori perché quello che conta per me è svegliarmi la mattina ed essere felice di quello che farò, anche se fosse la cosa più umile del mondo.”

 

Riesci a vivere della tua arte? 

TR: “È stata dura, ci sono voluti anni, ma posso dire con orgoglio che sì, riesco a vivere di musica. Devo anche aggiungere che a differenza di altri settori in cui gli investimenti sono più cospicui, nell'ambiente musicale si gioca spesso al ribasso, quindi bisogna muoversi bene e farsi rispettare.”

 

 

Quando hai iniziato come back vocalist per Elodie?

TR: “Con Elodie ho iniziato a giugno 2020, in piena pandemia. Ero disperata, non sapevo se e quando avrei ricominciato a lavorare e non avevo grandi risparmi, poi è arrivata quella chiamata. È stata una piacevole sorpresa, come lo è stato scoprire oltretutto la persona meravigliosa che è.”

 

Cosa sai che ti porterai sempre con te dall’esperienza che stai vivendo?

TR: “Porterò sempre con me la gratitudine, l'entusiasmo e la curiosità. Credo siano gli ingredienti giusti per continuare ad attrarre persone ed esperienze belle, stimolanti!”

 

 

Da quanto non vi esibite dal vivo?

TR: “Per fortuna non ho mai smesso di esibirmi in questi anni. L'ho fatto molto meno spesso di quello che avrei voluto, quello sì. Ora sono proiettata su questa primavera/estate! Ci sono nuovi stimoli e sono pronta a viverli appieno!”

 

 

E di The Voice che ci racconti?

TR: “Quando mi chiedono di The Voice, dico sempre che è stata quell'esperienza che mi ha aperto il chakra del rap che non sapevo di possedere dentro di me. Mi sono presentata ai provini portando ‘No diggity’ dei Blackstreet e mi chiesero se sapevo il rap. Gli dissi di sì, ma non era vero. Lo scimmiottavo nel ‘98, ma non avevo mai imparato le parole. Contro ogni previsione sono riuscita a convincerli, così mi chiesero di studiarlo per bene. Da allora non ho mai più smesso di infilare i rap che ho sempre amato in ogni canzone che canto (anche nei live con Elodie!).”

 Com’è stato lavorare con Gigi D’Alessio?

TR: “Ricordo un Gigi D'Alessio molto gentile che si preoccupava anche per i ragazzi che non erano nella sua squadra. In risposta all'audizione disse ‘Tu sei una mia collega, si sente’. È stato suo il complimento più bello. A volte invece mi domando come sarebbe andata se avessi scelto Guè, ma aveva una squadra di rapper troppo forti per me. Alla fine scelsi di entrare in squadra con Elettra Lamborghini!”

 

 

Trovi che sia difficile emergere nell’industria della musica, se appartieni a una minoranza?

 TR: “Certamente è difficile ma possiamo distruggere anche questa barriera. Al momento qualcuno sta iniziando a fare da spartiacque ma possiamo e dobbiamo fare di più. Io mi impegno per spianare la strada a chi verrà dopo di me, o almeno ci provo.”

 

 

Se sì, pensi che questo possa cambiare nei prossimi 5 anni?

TR: “Il cambiamento è già qui e non si può fermare, quindi rispondo di sì, ma ci vuole l'impegno, la costanza e la tenacia di ognuno di noi. Stiamo arrivando!”

 

E tu cosa stai pianificando per il tuo futuro?

TR: “Da un paio d'anni a questa parte ho imparato a pianificare poco e a seguire il flusso delle cose. Non mi prefiggo né precludo nulla, così da vivere serena. Mi basta la certezza di sapere che sono libera di scegliere ogni giorno cosa voglio dalla vita.”

 

Ultima domanda ormai di rito a Colory*, come vedi l’Italia nel 2030?

TR: “Come sarà l’Italia nel 2030… È difficile immaginare un grandissimo cambiamento. Io per esempio sono vegetariana da quando ho 14 anni, oggi ne ho 34 e ho passato gli ultimi 20 anni a sentirmi dire che stavo sbagliando tutto. Oggi i medici e non solo mi danno ragione. Bisogna avere pazienza e non mollare mai. Le cose si sistemano se ognuno fa il suo.”

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