Per l’ultimo We Are Made in Italy del 2021: Sartoria Kechic

La start up sociale nata all’amicizia tra Valeria e Cheick e che con ago e filo unisce Milano e Dakar.



Quello della sartoria Kechic è un progetto imprenditoriale e sociale che unisce due persone — la fondatrice Valeria Zanoni e il fondatore Cheikh Diattara — altri loro 6 soci, o meglio amici che hanno creduto in loro, due paesi l’Italia e il Senegal, oltre a stili, materiali e concept. Felicissima di raccontarci di più su di loro Valeria non si è fatta sfuggire nessun dettaglio.



Come è nata la sartoria Kechic?

VZ: “Dalle lettere del nome di Cheikh perché è stato lui a ispirarmi questa avventura e poi è un gioco per il suo significato in francese.”

 

Quando avete capito che era il momento giusto per iniziare?

VZ: “In verità ce lo chiediamo tutti i giorni e tutti i giorni ricominciamo, ma diciamo che il vero coraggio ci è arrivato dopo un corso di incubazione aziendale organizzato da Singa e finanziata dai fondi sociali europei per l’imprenditoria straniera in Italia, seguita proprio durante la pandemia. Ci ha permesso di avere un’infarinatura generale di tutto quello che occorre per poter avere anche solo lontanamente un’idea imprenditoriale. Poi tra il dire e il fare — ovviamente si sa — c’è di mezzo il mare; per noi però questo corso è stato fondamentale e potremmo definirlo il nostro trampolino di lancio. Stando sempre in tema acquatico: l’acqua per Cheikh porta fortuna...”

 

Quando si parla di imprenditoria in Italia, si sentono più aspetti negativi che positivi, perché avete deciso di crederci lo stesso?

VZ: “Sono sincera non so bene come sia all’ester,o ma in Italia è davvero dura per mille motivi e molta burocrazia. Poi noi siamo partiti davvero con nulla: tanta energia, tante idee, ma zero soldi da investire. Ci hanno aiutato tante persone e abbiamo deciso di fare un anno di test per vedere se la cosa potesse funzionare in qualche modo e interessare qualcuno.”

 

Traguardo più importante raggiunto?

VZ: “Aver vinto il bando del comune di Milano e avere da poco ottenuto a prezzo agevolato uno spazio commerciale in zona Isola. Ora ci stiamo organizzando anche internamente per partire davvero.”

 

Come reagiscono le persone quando scoprono che siete imprenditor*?

VZ: “Si stupiscono a volte perché probabilmente non lo sembriamo affatto. Poi ci chiedono informazioni e dopo 10 minuti che ci sentono parlare si spaventano….è dura.”

 

La disabilità di Cheick è mai stata un problema per il vostro business (problemi di accessibilità a eventi, spostamenti, ecc...)?

VZ: “Quando siamo in ritardo si….no dai a parte gli scherzi. Cheikh è sulla sedia a rotelle, ma davvero ha un approccio talmente libero e ottimista con la propria disabilità che quasi a volte ce ne dimentichiamo. Certo gli spostamenti non sempre sono facili, non sempre tutto è accessibile, però credo che fondamentale sia anche come ti poni: per Cheikh è sempre tutto una sfida, non credo di averlo mai sentito lamentarsi per questo. Lui racconta che sua nonna gli diceva sempre ‘tu hai la testa, puoi andare ovunque’. E io aggiungo: anche molto cuore.”

 

Credi che Kechic possa insegnare ai brand mainstream quando si presentano le collezioni è doveroso coinvolgere più modell* in cui immedesimarsi [come avete fatto voi in una delle vostre sfilate in cui abbiamo visto persone con disabilità e non] ?

VZ: “Diciamo che la bellezza di una persona è bellezza e basta. Sia che lei sia su una sedia a rotelle, sia che cammini con le proprie gambe. La bellezza sono tante cose insieme e  il vero compito che credo abbia un vestito è quello di valorizzarla e di fare stare bene chi lo indossa. Per cui non ci sono limiti. Se un vestito ti fa stare bene, probabilmente è il tuo perché ti ci riconosci. Tutte possiamo essere modelle e fare brillare un abito. Certo sulle modelle professioniste tutto sembra perfetto e sono stupende e abbiamo avuto anche loro per gli shooting, ma poi ci siamo chiesti ‘la vita è davvero così perfetta?’ La vita è vita. A volte in un modo, altre in un altro, ma sempre bella e degna di essere vissuta a pieno.”



Come vedi Kechic tra 5 anni?

VZ: “Mi piacerebbe che Kechic si riconoscesse per strada, come quando vediamo un marchio famoso che amiamo e ci brillano gli occhi perché lo vorremmo pure noi, ma dobbiamo ancora lavorarci molto.”

 

 

Che consiglio daresti a giovani imprenditor*?

VZ: “Non scoraggiatevi, non state mai soli e cercate di guardare sempre il bicchiere mezzo pieno.”








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